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© State buoni, se potete.

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San Filippo Neri
in Perugia


Non è tempo di dormire perché il Paradiso non è fatto per i poltroni.

La navata

Le fasce della volta della navata, corrispondenti ai quattro pilastri che dividono le cappelle, incrociandosi con le due fasce longitudinali, formano quattro lacunari rettangolari: tre grandi, in corrispondenza delle cappelle e uno più piccolo in corrispondenza dei coretti e delle porticine laterali. Gli affreschi erano stati affidati ad Appiani, che però ne dipinse solo due: La gloria dei putti e la Donna dell’Apocalisse, mentre gli altri due affreschi dovevano raffigurare Giuditta e Oloferne e L'incontro tra la regina di Saba e Salomone.

 

   Non si sa se padre Francesco Mandolini, che nel 1761 dirigeva i lavori, pensasse che i due soggetti storici non andavano d’accordo con gli altri due allegorici, ma è chiaro che i due quadri storici avrebbero richiesto, anche con la loro prospettiva architettonica e con gli atteggiamenti delle figure, una composizione completamente diversa dagli altri, dove non vi sono edifici e le figure sono liberate nel cielo in un gran movimento.

 

   Furono dunque rappresentati altri due soggetti presi dall’Apocalisse. Attualmente partendo dalla porta d’ingresso si vedono: L’Angelo dell’Apocalisse disceso dal cielo, che ha in mano la chiave dell’abisso e una lunga catena con cui lega il diavolo e lo chiude all’inferno. (Ap.20,1-3) San Giovanni, nell’isola di Patmos, che sta sopra uno scoglio con un ginocchio a terra e con le braccia tese verso il cielo; accanto a lui c’è l’aquila, il suo simbolo e, dietro, un libro. In alto, fra nubi e teste d’angeli, c’è la figura di Dio Padre che gli ordina di scrivere in un libro quello che vedrà e di mandarlo alle sette chiese dell’Asia: “Quello che vedi scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese” (Ap,1,10-11).

 

   La Donna vestita di sole con la luna sotto i piedi e sul capo la corona di dodici stelle: sono i tre segni della Donna dell’Apocalisse, un’iconografia semplice, ma (“Bella come la luna, fulgida come il sole” ,6,10) e del Libro della Sapienza (“È più radiosa del sole e supera ogni costellazione” 7,29) i segni cosmici diventano così una metafora della bellezza e della purezza di Maria. La Donna ha anche le ali, immagine molto rara in questo periodo, e sotto di lei si vede il dragone dalle sette teste incoronate. (Ap.12,3). A destra si vede un putto, ritto sopra un leone spirante fuoco, che fa piovere fiamme sopra la terra. Gloria di putti volanti nel cielo sereno.

Lettura iconologica degli affreschi di Micaela Soranzo, tratte dal volume” La chiesa nuova o dell'Immacolata concezione e di San Filippo Neri in Perugia” Storia, pitture e restauro Volumnia editrice, 2008 Perugia.

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